Da dove parte la comunicazione
Quando si parla di comunicazione, ci imbattiamo sempre nello stesso stereotipo, ovvero si pensa che comunicazione significhi: riuscire a dire la cosa giusta nel modo giusto, così da raggiungere i nostri obiettivi (comunicativi) nel più breve tempo possibile. E da un certo punto di vista è giusto, ma assolutamente incompleto.
Se si considera solo questo lato della comunicazione, ovvero quello verbale, quello che si dice, si porta l'attenzione su sé stessi, sulla persona che parla, dimenticandoci che, se dobbiamo trasmettere un messaggio a qualcuno, il primo a comunicare, è proprio quel qualcuno!
Una bellissima frase della quale purtroppo non si conosce l'autore dice: "La comunicazione parte non dalla bocca che parla ma dall'orecchio che ascolta". Non consocendo l'autore non so dire se la frase continuasse in qualche modo, ma io la completerei ulteriormente aggiungendo: "...e dall'occhio che osserva". Ma l'importanza di questa frase non risiede nella completezza o meno del concetto che esprime, bensì nel focus.
Come possiamo notare, infatti, il focus non è più su quello che dobbiamo dire, ma su quello che dobbiamo ascoltare. Quindi l'attenzione si sposta sul nostro interlocutore e sui segnali (in questo caso uditivi) che ci invia ed è proprio su questi segnali che noi dobbiamo modulare quello che diremo. Inoltre se, come aggiungevo prima, diamo spazio anche ai segnali visivi, avremo un quadro più completo su come inviare il nostro messaggio e sulle parole da utilizzare.
L'osservazione è la vera comunicazione, è il punto da dove parte la comunicazione. Se non si porta l'attenzione alle informazioni raccolte da una buona osservazione, rimangono sterili parole. Con il rischio di risultare fuori luogo e incoerenti...un disastro comunicativo.
Concentrarsi solo sulle parole da dire senza tenere conto dei tesori che nasconde una buona osservazione, può essere efficace solo per chi parla.
Perchè comunicare senza prima aver osservato, è come parlare a sé stessi...
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